Come si vive costretto in un letto, senza braccia e senza gambe, cieco e sordo, respirando attraverso un tubo infilato in gola e nutrito da una sonda nello stomaco? É questa la situazione di Joe Bonham, ventenne soldato americano, che una bomba tedesca ha trasformato in un pezzo di carne - come egli stesso si definisce- entro il quale solo il cervello funziona ancora e lo rende consapevole della sua straziante condizione.
Per compagnia ha solo i ricordi, rivissuti in sogno, della sua vita di prima.
E ad aumentare la sua angoscia è l'impossibilità di comunicare con il resto del mondo perché lui non può vedere, non può sentire, non può parlare ed i suoi tentativi di esprimersi attraverso l'alfabeto Morse, praticato battendo la testa sul cuscino, vengono frustrati dall'incomprensione di chi lo accudisce, scambiati per agitazione o disagio e sedati farmacologicamente.
Finché finalmente un giorno una nuova infermiera intuisce che si tratta di un modo per comunicare e, con l'aiuto di qualcuno in grado di tradurre quei colpi sul cuscino gli fa chiedere con un mezzo analogo COSA VUOI? Come rispondere a una domanda così vaga? Sono tante le cose che Joe vorrebbe ma, passatele al vaglio, capisce che alla fine è davvero una sola che desidera più di tutte...
Fatemi uscire pensava non voglio altro. Sono rimasto qui per anni e anni chiuso in una stanza dentro a un letto con pochi centimetri quadrati di pelle esposti all'aria. Adesso voglio uscire. Devo uscire. Non potete tenere un uomo sempre al chiuso in questo modo. Un uomo deve far qualcosa per essere sicuro di essere ancora vivo....
Cosi fatemi uscire fatemi respirare l'aria aperta fatemi sentire la gente attorno. Per favore fatemi uscire per avere più spazio in cui respirare. Fatemi uscire di qui e riportatemi nel mondo.
Ma la risposta, quando arriva, è tremenda nella sua inesorabile ottusità: QUELLO CHE CHIEDI È CONTRO I REGOLAMENTI.
E a nulla vale implorare e supplicare con la testa battuta sul cuscino sempre più velocemente, ottiene solo una nuova iniezione, un nuovo affogare nell'oblio del sedativo.
Ma perché? Si domanda Joe Non aveva fatto del male a nessuno. Aveva cercato di dare il meno fastidio possibile. Aveva bisogno di molte cure è vero ma non era un destino che lui si era appositamente cercato. Non era un ladro o un ubriacone o un bugiardo o un assassino. Era un uomo un giovane né meglio né peggio di tanti altri. Era soltanto un giovane che aveva dovuto andare alla guerra e che adesso cercava di uscire dalla propria prigione per sentire l'aria fresca sulla pelle per percepire il calore e il movimento delle persone attorno. Non voleva nient'altro. Invece gli dicevano addio a lui che non aveva fatto del male a nessuno addio sta' dove sei non darci fastidio tu sei al di là della vita sei al di là della morte sei persino al di là di ogni speranza sei finito distrutto per sempre buonanotte e buon riposo.
In un solo terribile momento capí tutta la situazione. Volevano soltanto dimenticarsi di lui. Era un peso per le loro coscienze cosí lo avevano abbandonato e dimenticato....
... Lui era il futuro l'immagine perfetta del futuro e avevano paura che qualcuno vedendolo scoprisse questo futuro. Avevano già cominciato a guardare davanti a sé a prospettarsi gli anni a venire e sapevano che presto ci sarebbe stata un'altra guerra. Per fare la guerra avevano bisogno di uomini e se gli uomini conoscono il futuro non vogliono piú combattere.
E con la consapevolezza di essere stato ingannato e manipolato da chi sventolando bandiere e slogan lo ha mandato al macello, arriva anche la ribellione:
Noi siamo uomini di pace siamo uomini che lavorano e che non vogliono litigare. Ma se voi distruggete la nostra pace se ci strappate dal nostro lavoro se tentate di metterci gli uni contro gli altri sapremo cosa fare. Se ci direte di salvare la democrazia nel mondo vi prenderemo in parola e per dio e per la madonna lo faremo. Li useremo quei fucili che volete costringerci a usare li useremo per difendere la nostra vita e ciò che minaccia la nostra vita non sta dall'altra parte della terra di nessuno una linea segnata senza il nostro consenso ma sta qui al di qua dei nostri confini e ormai l'abbiamo visto e lo sappiamo.
Dateci un fucile e noi sapremo cosa farne.
Uno straordinario romanzo scritto nel 1938 ma con uno stile così attuale che potrebbe essere stato pubblicato ieri. Uno splendido libro contro la guerra, non solo la prima guerra mondiale del 1915-1918 nella quale è ambientato, ma contro tutte le guerre, passate e presenti, con la speranza che non ve ne siano di future.
Autore: Dalton Trumbo
Casa editrice: Bompiani
Pagine: 252
ISBN: 9788830102446