Ho avuto già modo di lamentarmi di come il termine thriller sia inflazionato, spesso usato a sproposito nella classificazione dei generi letterari e questo romanzo ne è l'ennesimo esempio.
Il massimo dello sforzo per catturare l'attenzione del lettore è nel prologo dove, dando per scontato che tutti abbiamo dei segreti, la protagonista, che narra in prima persona, dice
Prendete me, per esempio. Io non tengo nell'armadio lo scheletro che mi fa paura. Il mio è sottoterra. Si chiamava Rose, e aveva nove anni quando morì.
È tutto ciò che ci viene concesso in quanto ad emozione, il resto è un lento viaggio nella noia! E non giova certo al racconto l'antipatia che suscita il personaggio narrante: pur consapevole di aver causato la morte di una bambina, ne sposa il padre vedovo, lo tradisce con un compagno d'infanzia marito di una sua amica e, nonostante tutto, passa il tempo a piangersi addosso come se la vittima fosse lei!
Fiacco, prevedibile e tedioso.
Autore: Julie Corbin
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 298
ISBN: 9788804607021