Ispirato ad un fatto di cronaca, questo thriller divertente o, se preferiamo, questa commedia noir non ha goduto di un rimarchevole successo, nonostante sia stata reputata degna di ben due remakes in anni successivi e potesse contare all'epoca su un cast di gran richiamo:
Trama:
La vicenda si svolge a Montecarlo e vede protagoniste tre coppie italiane che intrecciano i loro destini nel bel mezzo dell'omicidio della ricca Signora Van Sunghen.
Marina e Remo (Silvana Mangano e Vittorio Gassman) sono entrambi dipendenti in un negozio di parrucchiere a Roma, e si recano a Montecarlo per tentare la fortuna al casinò, giocando i soldi risparmiati da una vita nella speranza di raccimolare abbastanza denaro per aprire una bottega per conto proprio.
Giovanna e Quirino (Franca Valeri e Nino Manfredi) sono due popolani che hanno ritrovato il bassotto smarrito a Roma dalla Signora Van Sunghen e si stanno recando da lei, a Montecarlo, per portarle il cane e riscuotere la ricompensa.
Il Dottor Franzetti (Alberto Sordi) è un ricco commerciante romano che, reduce da un ritiro spirituale avente lo scopo di dissuaderlo dal vizio del gioco, sta raggiungendo la moglie Eleonora (Dorian Gray) in vacanza a Montecarlo.
I destini delle tre coppie si danno appuntamento sul treno diretto a Montecarlo, dove il Dottor Franzetti cerca di acquistare il bassotto da Quirino per regalarlo alla propria moglie, e s'intromette tra Marina e Remo consigliando loro di non recarsi al casinò perchè l'unico sistema per vincere è quello di non giocare.
Poichè il bassotto viaggia senza documentazione sanitaria, Quirino e Giovanna sono costretti a fermarsi alla frontiera per farlo controllare. Si premurano di avvisare telefonicamente la proprietaria del cane e, nel corso della chiamata, odono un tafferuglio e delle grida in francese, che non sanno comprendere.
Ripartiti, si recano alla villa della signora, apparentemente disabitata, dove scoprono, appena sporgente fuori dalla saracinesca del garage, una manina che sembrerebbe appartenere ad un cadavere!
Spaventati, se la danno a gambe...dimenticando la loro valigia nel giardino della villa.
Nel frattempo Marina e Remo si recano al casinò, dove ben presto si separano in seguito ad uno screzio: Remo si appresta a giocare alla roulette con un sistema infallibile garantitogli da un suo conoscente e Marina, gironzolando fra i tavoli, ha l'occasione di suggerire ad un giocatore la scelta vincente, ottenendone in cambio una fiches di riconoscenza. Tentata si lascia convincere a giocare ella stessa e, assistita dalla fortuna, continua a raddoppiare il suo gruzzolo...finchè, com'è lecito aspettarsi, perde tutto nell'ennesima giocata.
Giovanna e Quirino, passato il primo momento di panico, si fermano in un bar per denunciare alla Polizia, con una telefonata anonima, il ritrovamento del presunto cadavere. Realizzando anche di aver dimenticato in loco la valigia, contenente effetti personali che potrebbero identificarli -la foto di mamma!-, ritornano alla villa per recuperarla. Sul posto però è già arrivata la Polizia e, nonostante non sia stato rinvenuto nessun cadavere, Quirino viene fermato come individuo sospetto, mentre Giovanna, mescolandosi ai passanti, riesce ad allontanarsi...
Al casinò intanto, Remo si è reso conto che il suo sistema infallibile per sbancare la roulette...non è affatto infallibile: sta perdendo tutto il suo denaro, quando si accorge che quel signore incontrato sul treno, il Dottor Franzetti, che gli aveva sconsigliato di recarsi al casinò, non solo è lì anche lui ma sta facendo la spola tra un tavolo da gioco e l'altro, vincendo ovunque, indifferente persino all'arrivo della moglie Eleonora che, non riuscendo a dissuaderlo a lasciare il casinò, se ne va da sola, indispettita.
Lo scaltro Remo decide di approfittare della sfacciata fortuna del Franzetti, consegnandogli gli ultimi soldi rimasti perchè li giochi per suo conto.
Purtoppo per Remo, la fortuna del Dottor Franzetti si esaurisce presto ed i due si ritrovano, completamente spennati, a camminare nella notte recriminando l'uno verso l'altro: Remo disperato perchè ha perso tutto e Franzetti sollevato proprio perchè ha perso tutto, così mi levo il vizio dice. Quando si separano, Remo, che non sa come raccontare a Marina del fallimento dei loro sogni di ricchezza, scorge un tizio che, arrivato presso un'auto con l'intenzione di caricarvi una valigia, si accorge di aver scordato le chiavi ed abbandona il bagaglio in strada per andare a recuperarle...coerente con il suo carattere di dritto, Remo, senza esitare, si porta via la valigia.
Benchè non vi sia la prova materiale di un reato, il Commissario di Polizia (Bernard Blier) non ha rinunciato ad indagare sul caso, anche perchè degli abitanti della villa non v'è traccia...sino a che non si presentano i domestici, una coppia di mezza età, che dichiarano di essere stati allontanati dalla casa con un sotterfugio. A questo punto è lecito supporre che la Signora Van Sunghen, viva o morta che sia, è effettivamente scomparsa.
Quando arriva alla pensione dove hanno preso alloggio, Remo confessa alla moglie il fallimento della serata al casinò, ottenendone fin troppo facilmente il perdono, grazie ai sensi di colpa di Marina che non riesce a darsi pace per la vincita da lei già realizzata e volatilizzatasi a causa dell'incapacità ad accontentarsi. Il colpo di scena arriva quando i due, esterefatti, scoprono il contenuto della valigia: il cadavere della Sig.ra Van Sunghen! Si precipitano alla stazione per rientrare in Italia e cercano, senza riuscirci, di sbarazzarsi del compromettente bagaglio: quando il controllo doganale ne rivela il macabro carico, i due vengono arrestati.
Viene nel frattempo arrestata anche Giovanna: consapevole che il possesso del bassotto potrebbe collegarla alla scomparsa della ricca signora, ha cercato di affogarlo in mare ma è stata colta sul fatto e condotta al commissariato, dove i domestici della Van Sunghen possono confermare che quello è il cane della loro padrona.
Il Commissario deve così chiarire che ruolo abbiano avuto nell'omicidio questi quattro italiani, che affermano di non conoscersi fra loro ma che sono in qualche modo accomunati dal coinvolgimento nella vicenda...E le cose si complicano quando emerge che, più o meno direttamente, essi conoscono tutti il Dottor Franzetti, il cui nominativo è segnato su un pacchetto di cerini trovato nel luogo dove Quirino afferma di aver visto la manina del cadavere (fiammiferi persi dallo stesso Quirino, il quale vi aveva appuntato il nome di Franzetti in qualità di potenziale acquirente del bassotto, nel caso che non fossero riusciti a riconsegnarlo alla proprietaria).
Convocato al commissariato, il Dottor Franzetti nega di conoscere gli altri quattro e, richiestogli di fornire un alibi per la notte dell'omicidio, afferma di aver passato parte della serata al casinò, sotto gli occhi di decine di testimoni, ed il resto della nottata nella sua camera d'albergo insieme alla moglie...salvo poi scoprire, una volta rientrato in hotel, che la moglie, per ripicca, quella notte l'ha passata insieme ad un occasionale amante, che ora Franzetti si deve proccupare di tacitare!
Il Commissario intanto continua ad indagare e, riuniti tutti quelli coinvolti nel caso, che si accusano e si smentiscono a vicenda, in un finale alla Agatha Christie, smaschera i veri colpevoli, ovvero gli insospettabili domestici della vittima: essi hanno infatti dichiarato di essersi recati, la sera dell'omicidio, al loro paese d'origine con un treno locale...treno che è poi risultato essere stato soppresso, particolare che non si sono premurati di verificare e che ha fatto cadere il loro alibi!
Rilasciando la combriccola di italiani, il Commissario li ammonisce sull'opportunità di mentire per evitare il coinvolgimento che, nel loro caso, ha rischiato invece di colpevolizzarli e li esorta ad avere maggior fiducia nelle autorità competenti.
Una vera chicca è il finale del film: sul treno del ritorno in Italia, dove si ritrovano nuovamente tutti i protagonisti, viene commesso un omicidio e gli unici disposti a testimoniare, tra l'eclissarsi degli altri passeggeri, sono proprio le tre coppie...L'ultima immagine mostra una pagina di giornale con le fotografie dei nostri sei, citati come testimoni caduti in gravi contraddizioni, e titolata Sono gli assassini?.
Anno: 1960
Durata: 2h 4m
Regista: Mario Camerini
Interpreti principali:
Alberto Sordi
Dorian Gray
Vittorio Gassman
Silvana Mangano
Nino Manfredi
Franca Valeri
Bernard Blier